Siamo in Nepal, è autunno.
Ogni anno il secondo giorno di Tihar, la festa indù delle luci, si svolge una giornata interamente dedicata ai cani per ringraziarli della loro amicizia e lealtà. Si tratta di 5 giorni in cui si celebra il trionfo della luce sull'oscurità, del bene sul male, della conoscenza sull'ignoranza verso la demolizione delle barriere tra gli esseri umani e l'autenticità del mondo; si celebra il rapporto tra l’uomo e tutte le cose, anche corvi, mucche, buoi e familiari. Si pone attenzione ai profondi legami tra tutte le cose viventi.
I cani, secondo l’induismo, sono molto importanti nella vita umana e nella sua storia, nei testi sacri ci sono figure mitologiche che hanno a che fare con loro come Samara, la madre dei cani; di fianco a Yama, il signore delle tenebre c’è il cane custode e messaggero, e poi c’è il guardiano delle porte dell’aldilà che è sempre rappresentato dallo stesso animale. Il cane, poi, rappresenta il dharma, il percorso che porta alla giustizia.
Qui sopra: Yudhishthira, il re della giustizia nel Mahabharata, si rifiuta di entrare in paradiso senza il suo fedele cane.
In quel giorno tutti i cani, anche quelli randagi, vengono onorati, adorati, celebrati, adornati e cibati da re.
Viene posta una meravigliosa ghirlanda di fiori intorno al loro collo, segno di rispetto e dignità. Un pigmento rosso, miscelato con riso e yogurt ne colora la testa, è la tika, l’animale è così nello stesso tempo devoto e oggetto di devozione, è sacro e benedice chi lo incontra durante la festa.
Tutto questo ha un grande fascino rituale, ma ciò che i cani apprezzano di più sono le offerte di cibo, dal latte alla carne, dalle uova al cibo di qualità. Per loro è davvero un giorno speciale.
Il prossimo Tihar sarà dal 19 ottobre 2017 è il momento di prenotare dunque per vivere un’esperienza così particolare.
Bisogna però anche ricordare che nel sud del Nepal per circa 400 anni milioni di pellegrini si sono incontrati per donare alle divinità il sacrificio di maiali, capre e bufali. All’ultimo festival a Bariyapur che si svolgeva ogni 5 anni, hanno partecipato oltre 2,5 milioni di pellegrini giunti con almeno 200mila bestie da sacrificare brutalmente. Ora grazie a campagne internazionali di protesta il massacro è proibito e l’orribile mattanza di animali non avrà più luogo.
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